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Interruzione volontaria di gravidanza

IVG e Covid-19

 

A causa della pandemia da SARS-CoV-2 i servizi sanitari, a livello mondiale, hanno subito importanti modifiche organizzative.
In Italia le società scientifiche di ginecologia e ostetricia si dichiarano favorevoli a una maggiore diffusione dell'IVG farmacologica [1,2]: un impiego maggiormente estensivo di questo metodo permetterebbe infatti di decongestionare gli ospedali, alleggerire l'impegno degli anestesisti, l'occupazione delle sale operatorie e ridurre le barriere di accesso al servizio rese ancora più complesse, durante la pandemia, dai tempi di attesi prolungati; ridurrebbe, inoltre, il rischio di esposizione al contagio per le donne che accedono al servizio [2]. Questa posizione è in linea con il decreto ministeriale del 3 marzo 2020 che tra le attività indifferibili, insieme al percorso nascita, include la tutela del diritto all'IVG [3].
Per poter continuare a garantire l'accesso al servizio di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Francia è stato esteso fino a 9 settimane di età gestazionale il limite per poter usufruire di una IVG farmacologica [4].
In paesi con legislazioni fortemente restrittive rispetto a IVG l'accesso al servizio è invece stato ulteriormente ostacolato in occasione della pandemia: in Slovacchia molti ospedali hanno interrotto il servizio [5]. In Texas, per contenere il nuovo coronavirus, dal 22 marzo al 21 aprile 2020 sono stati sospesi tutti gli interventi chirurgici non urgenti, comprese le IVG. A causa di questa decisione sono aumentate le IVG eseguite negli stati confinanti e le IVG farmacologiche con farmaci acquistati in rete. A maggio 2020, al termine del periodo di sospensione, sono aumentati significativamente le IVG chirurgiche tardive [6], esponendo quindi le donne a un rischio aumentato.
Nel 2020 Amnesty International ha denunciato le conseguenze che le restrizioni all'accesso ai servizi di IVG e contraccezione dovuti alla pandemia possono causare. La violenza di genere e le gravidanze indesiderate possono aumentare a causa dell'isolamento e le difficoltà di accesso ai servizi possono portare a un numero maggiore di IVG a rischio. Le ricadute di questa situazione riguardano non solo la salute femminile ma anche, nel medio e lungo termine, l'intero sistema sanitario a e la società [8].
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nella sua guida "Maintaining essential health services: operational guidance for the COVID-19 context"dichiara che i paesi dovrebbero mantenere e garantire l'accesso ai servizi di salute essenziali, inclusa l'IVG, anche durante la pandemia [7].
Prove di efficacia dimostrano che l'impiego della telemedicina, già promosso per il mantenimento di altri servizi sanitari, può essere considerato un'opportunità ulteriore per la promozione e la salvaguardia della salute sessuale e riproduttiva futura a livello mondiale [8].

 

Bibliografia

1. SIGO. Società italiana di ginecologia e ostetricia. IVG. Comunicato stampa 8 aprile 2020 [Testo integrale]
2. AOGOI. Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani. Coronavirus e IVG. Comunicato stampa 8 aprile 2020 [Testo integrale]
3. Ministero della salute. Chiarimenti: Linee di indirizzo per la rimodulazione dell'attività programmata differibile in corso di emergenza da COVID-19  Marzo 2020 [Testo integrale]
4. Service-public.fr. IVG médicamenteuse: comment ça se passe pendant le confinement? Novembre 2020  [Sito web]
5. White K, et al. Changes in abortion in Texas following an executive order ban during the Coronavirus pandemic. JAMA 2021; 325:691-3 [Medline]
6. WHO - World Health Organization. Maintaining essential health services: operational guidance for the COVID-19 context: interim guidance. Giugno 2020 [Testo integrale]
7. WHO - World Health Organization. International Safe Abortion Day.  Settembre 2020 [Testo integrale]
8. Amnesty International. Pourquoi avortement et contraception sont des soins de sante essentiels. Aprile 2020 [Sito web]

Data di pubblicazione: 24.06.2021

 
 
  1. SaperiDoc
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