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martedì, 19 Marzo 2024

Contrasto alla siccità/5: il supporto CREA alle politiche più efficaci da adottare

Della stessa Rubrica

Il nostro Paese ha dovuto affrontare, in particolar modo in questo ultimo anno, una grave carenza idrica, legata sia alle scarse precipitazioni autunnali e invernali sia alle elevate temperature ancora perduranti: un fenomeno che da congiunturale si è trasformato in strutturale, imponendo un radicale ripensamento dell’utilizzo dell’acqua in agricoltura in termini sia di investimenti mirati sia di politiche di sostegno del settore. Il CREA Politiche e Bioeconomia supporta le istituzioni nell’individuare e nel programmare le misure più adeguate, valutandone la fattibilità e la sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica. 

Nell’attuale contesto climatico, che vede intensificarsi i fenomeni siccitosi anche al Nord Italia, dove storicamente non erano presenti, l’agricoltura irrigua ha la necessità di investimenti mirati per promuovere l’uso efficiente dell’acqua e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, come efficace misura di adattamento ai cambiamenti climatici. A tale scopo, le banche dati SIGRIAN e DANIA del CREA supportano, mediante informazioni di natura tecnica e ambientale e condivise on line tra le istituzioni, la programmazione delle politiche e la valutazione della loro ricaduta in termini di sostenibilità ambientale e di produttività.

Il Contesto

L’acqua è una risorsa indispensabile per l’agricoltura, che la usa per produrre cibo e foraggi. Tra i settori produttivi è quella che ne fa un uso maggiore, anche in relazione alla crescente domanda di cibo, ed è, pertanto, più esposta alla mancanza di acqua provocata da siccità e carenza idrica.

Per siccità si intende una temporanea riduzione delle disponibilità idriche, ad esempio in assenza di piogge per un lungo periodo. La carenza idrica si verifica invece quando la domanda di acqua supera la disponibilità di risorse idriche sostenibili.

Esistono, poi, varie tipologie di siccità: meteorologica, quando si ha riduzione di piogge; agricola, quando la pioggia non è sufficiente per garantire adeguato contenuto di acqua disponibile per le piante nel suolo; idrologica, quando l’assenza di pioggia diminuisce il livello di acqua nei fiumi e nei laghi.

A causa dei cambiamenti climatici, i periodi di siccità si stanno manifestando, negli ultimi anni, con sempre più frequenza e intensità (5 solo negli ultimi 25 anni: 1997, 2002, 2012, 2017, 2022).

La lunga estate calda dell’ultima stagione irrigua  

Quest’anno, in particolare, il nostro Paese si è trovato a dover fronteggiare una siccità imponente, che ha destabilizzato non poco le produzioni agricole soprattutto del Nord Italia. Le risorse idriche del nord del Paese, infatti, erano già a livelli minimi storici all’inizio della primavera, a causa di un inverno in cui ha piovuto e nevicato molto poco, con precipitazioni dimezzate rispetto alle medie del periodo: il deficit è stato del 47% a livello nazionale (dati CNR-ISAC). Nel nord-ovest d’Italia, l’assenza di piogge e nevicate significative ha fatto scattare l’allarme per la stagione irrigua del 2022 già a partire dai primi mesi dell’anno. L’accumulo di neve sulle Alpi ha, infatti, da sempre costituito un’importante riserva di acqua che, con il disgelo, va ad alimentare fiumi e laghi durante il periodo primaverile, creando riserve d’acqua da utilizzare per l’irrigazione nei mesi successivi. Inoltre, l’assenza di piogge non ha permesso il regolare accumulo di acqua nelle falde sotterranee né il mantenimento dell’umidità nei primi strati del suolo. A tutto ciò si sono aggiunte, infine, elevate temperature che hanno aumentato la “sete” delle piante per la maggiore evapotraspirazione e contribuito a ridurre ulteriormente la presenza di acqua nel suolo.

Questo ha comportato una grave scarsità di acqua disponibile per le colture. I Consorzi di Bonifica e irrigazione hanno dovuto, quindi, affrontare in situazione di emergenza l’intera stagione irrigua, fin dal suo inizio.

Il fiume Po

La penuria idrica ha riguardato soprattutto il Distretto idrografico del più importante fiume d’Italia, il Po, dalle cui acque dipende oltre un terzo della produzione agricola nazionale, messa seriamente a rischio dalla siccità: stiamo parlando delle coltivazioni di frutta, verdura, pomodoro e grano, dei foraggi destinati agli allevamenti presenti nella pianura padana, coltivazioni a cui è collegata la produzione di numerosi prodotti con certificazione di qualità come le DOP e IGP.

Per capire l’importanza dell’agricoltura irrigua del Distretto del fiume Po e l’entità del danno potenziale, basti pensare che, mediamente, il 56% della superficie coltivata (SAU) nel Distretto è irrigata, con punte di oltre l’80% in Lombardia; dei circa 1,8 milioni di ettari di superficie irrigata, circa 1,3 milioni di ettari, è irrigato tramite il servizio collettivo fornito dagli Enti irrigui che, con le reti e opere irrigue consortili, consentono di soddisfare un fabbisogno al campo di circa 10 miliardi di metri cubi.

Questo è quanto emerge da una recente indagine del CREA Politiche e Bioeconomia (PB)   per l’analisi socioeconomia del Distretto idrografico del fiume Po per il settore agricolo e zootecnico[2], svolta nell’ambito di uno specifico Accordo di collaborazione tra CREA e Autorità distrettuale del fiume Po, finalizzata all’aggiornamento della Pianificazione Distrettuale prevista dalla Direttiva Quadro Acque per il 2021.

Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Fiume Po, Allegato 6.5 (2021). (https://sigrian.crea.gov.it/index.php/2022/01/12/analisi_economica_utilizzo_idrico/).

La Direttiva Quadro Acque del 2000 è la norma comunitaria di riferimento per la tutela e gestione delle risorse idriche, le cui disposizioni sono indirizzate a raggiungere una buona qualità delle acque superficiali e sotterranee nell’Unione.

L’indagine si è basata sulle informazioni delle banche dati SIGRIAN e RICA del CREA-PB e si è svolta con il contributo di dati e analisi di altri centri di ricerca del CREA (Agricoltura e Ambiente e Zootecnia Acquacoltura) e AGEA.

Anche il resto del territorio italiano ha dovuto affrontare gravi carenze idriche, come emerso nell’ambito degli incontri degli Osservatori sugli utilizzi idrici (istituiti per ognuno dei 7 Distretti idrografici italiani, a cui il CREA partecipa), sulla base delle analisi dei dati meteo climatici di pioggia, neve, temperatura, elaborati dalle rispettive Agenzie regionali ambientali ed Enti di ricerca, e dai dati di fabbisogni idrici espressi dai diversi settori d’uso (potabile, industriale, idroelettrico per la produzione di energia, turistico, compreso l’uso ambientale, necessario alla sopravvivenza degli ecosistemi acquatici).

Ma era davvero imprevedibile quello che sta accadendo?

Uno studio del CREA Politiche e Bioeconomia[4], aveva già identificato, tramite l’applicazione dell’Indice di Riconoscimento della Siccità (RDI) ai dati del decennio 2006-2016, come i fenomeni siccitosi sul territorio nazionale fossero diventati più frequenti nelle regioni Settentrionali, rispetto al Sud dell’Italia, dove le siccità rappresenta una condizione strutturale (vedi Figura 1). Tale indice è basato sul rapporto tra la precipitazione e l’evapotraspirazione potenziale (l’intensità degli usi idrici in un determinato sistema), pertanto è adatto a monitorare siccità di tipo agricolo (legata al deficit di umidità nel suolo). Queste informazioni forniscono una panoramica a livello nazionale sull’evoluzione e sulla severità del fenomeno, risultando estremamente utili per la valutazione del rischio e la messa in atto di appropriate misure di adattamento, in particolare per l’ottimale gestione delle scarse risorse idriche disponibili.

Figura 2 – Risultati dell’applicazione dell’indice RDI (2006-2016): il numero totale di anni di siccità per ciascuna Regione italiana (a) e la relativa severità media (b). La severità degli eventi siccitosi aumenta quando i valori di RDI diventano fortemente negativi. Fonte: elaborazione CREA-PB su dati dell’Osservatorio Agroclimatico del Mipaaf

La situazione identificata dall’analisi dell’indice RDI risulta aderente alla situazione attuale. Colpisce, infatti, la analogia tra la distribuzione spaziale dell’RDI in figura 1e la rappresentazione dello stato di severità idrica a scala nazionale (al 04/08/2022) in figura 2, elaborata da ISPRA sulla base della situazione media di severità idrica in ciascun Distretto idrografico, come risultante dalle riunioni degli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici.

Nella mappa, lo scenario di severità idrica alta corrisponde ad una situazione in cui si è fatto tutto il possibile per affrontare la crisi idrica, e nel quale la risorsa idrica non risulta sufficiente a evitare danni al sistema, anche irreversibili. Questa condizione dà la possibilità, alle Regioni interessate, di dichiarare lo stato di emergenza nazionale.

Figura 3 – Stato di severità idrica a scala nazionale (al 04/08/2022). Fonte: ISPRA

Quali alternative in campo? Il contributo della ricerca CREA Politiche e Bioeconomia

Il CREA-PB porta avanti, da oltre 20 anni, uno specifico filone di ricerca e supporto tecnico-scientifico alle istituzioni sul tema dell’uso dell’acqua in agricoltura, mettendo a disposizione strumenti e conoscenze mirati ad incrementare l’efficienza nell’uso dell’acqua irrigua e a coordinare le politiche per l’acqua tra ambiente e agricoltura.

Molte attività economiche dipendono dalla disponibilità di acqua, per cui, occorre gestire la richiesta idrica del settore agricolo in competizione con gli altri usi (uso civile, industriale, idroelettrico, turistico, ma anche degli stessi ecosistemi).

Nel medio-lungo periodo saranno necessari adeguati investimenti sulle infrastrutture irrigue, ossia su quel complesso insieme di opere che va dal prelievo della risorsa, al trasporto dell’acqua ai luoghi di utilizzo, fino alla distribuzione al campo. L’efficace funzionamento di questo sistema dipende dall’efficienza e dal buono stato di ogni sua parte. Gli investimenti irrigui possono contribuire a migliorare ciascun anello di questa catena di opere, promuovendo un utilizzo sempre più efficiente dell’acqua, consentendo una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l’irrigazione, ponendosi come misure di contrasto alla siccità e di adattamento al cambiamento climatico.

Figura 4 – Canale irriguo nel bacino del Mincio, in provincia di Mantova. Foto: CREA
Figura 5 – Opera di presa di Fener sul fiume Piave
Foto: Consorzio di bonifica Piave

Come la recente scarsità di piogge ci insegna, occorre agire non solo per usare meglio l’acqua disponibile, ma anche incrementare la disponibilità di acqua, accumulandola quando è più disponibile e, ove possibile, ricorrendo a fonti non convenzionali come i reflui urbani affinati. L’accumulo di acqua può avvenire a diversi livelli territoriali (grandi invasi anche ad uso plurimo, piccoli/medi invasi interaziendali, raccolta aziendale di acqua piovana). Il suolo e le falde sotterranee, poi, sono serbatoi naturali di acqua, che è possibile alimentare con specifici interventi di ritenzione delle acque nei suoli e di ricarica degli acquiferi.

Figura 6 – Canale irriguo nel territorio del Consorzio della Capitanata. Foto: Consorzio di bonifica della Capitanata
Figura 7 – Opere irrigue nel territorio del Consorzio di bonifica Veronese. Foto: Consorzio di bonifica Veronese

Esiste, quindi, un paniere di soluzioni di contrasto alla siccità, da applicare alle diverse scale territoriali, anche in combinazione tra di loro per amplificarne l’efficacia, sulla base delle peculiarità e priorità di investimento di ciascun territorio.

A tale scopo, il CREA PB ha sviluppato e gestisce le due banche dati SIGRIAN (Sistema informativo nazionale per la gestione della risorsa idrica in agricoltura – https://sigrian.crea.gov.it/ ) e DANIA (Database Nazionale degli investimenti per l’Irrigazione e l’Ambiente – https://dania.crea.gov.it/) che, nel complesso, definiscono un sistema di conoscenze utile dalla fase di programmazione degli investimenti fino alla valutazione e monitoraggio fisico e ambientale delle politiche.

Figura 8 – Il Canale Emiliano Romagnolo nel suo tratto terminale. Foto: Consorzio di bonifica di secondo grado per il Canale Emiliano Romagnolo
Figura 9 – Le banche dati SIGRIAN e DANIA, del CREA PB, strumenti di supporto alla programmazione, valutazione e monitoraggio fisico e ambientale delle politiche.

Nella fase di programmazione, le informazioni contenute in DANIA consentono di classificare e selezionare investimenti adeguati alle specifiche esigenze territoriali (sia di tipo infrastrutturale che ambientale) in funzione della loro tipologia e finalità, della vulnerabilità dell’area di intervento a siccità e desertificazione, del livello di efficienza delle reti irrigue desumibile dal SIGRIAN, nonché delle loro ricadute ambientali, ad esempio in termini di risparmio idrico conseguibile.

Nella fase di monitoraggio e valutazione, tramite le due banche dati è possibile verificare ex post le ricadute di tali investimenti in termini di sostenibilità ambientale e di produttività agricola, rispetto alla stima ex ante fatta in fase di progettazione. Per esempio, quantificando in SIGRIAN il volume utilizzato pre e post intervento, si verifica ex post il risparmio idrico conseguito da un investimento.

Le due banche dati hanno assunto nel tempo un ruolo istituzionale, ponendosi anche come utili strumenti per il collegamento tra politica agricola e ambientale in tema di gestione e tutela delle risorse idriche.

Sulla base di questo patrimonio informativo, il CREA PB ha supportato il Mipaaf nella programmazione e attuazione, già a partire dalla siccità del 2017, di una Strategia Nazionale di lungo periodo su risparmio idrico e lotta al dissesto idrogeologico, per l’adeguamento delle infrastrutture irrigue e di bonifica.

Ciò nell’ambito di due distinti Accordi di Cooperazione tra CREA e Mipaaf, tuttora in corso, finalizzati all’attuazione degli investimenti irrigui del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN) 2014-2020 (finanziati con fondi europei dello Sviluppo rurale)[5] e del Piano Operativo Agricoltura (finanziato con fondi nazionali del Fondo Sviluppo e Coesione)[6], ma curandone il coordinamento con altri piani e programmi di investimento. Dall’attuazione di questi progetti, si stima un risparmio idrico di 306 milioni di mc di acqua all’anno. A tale risultato si aggiungerà l’impatto derivante dagli ulteriori investimenti in corso di finanziamento da parte del Mipaaf, tra cui gli investimenti irrigui collettivi, che saranno finanziati dal PNRR, nel contesto degli interventi finalizzati alla “Tutela del territorio e della risorsa idrica” per la “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (investimento 4.3 della Componente 4 della Missione 2). Anche in questo caso, il CREA PB ha contribuito alla costruzione e attuazione della misura, mediante l’uso congiunto di DANIA e SIGRIAN.


[1] Per siccità si intende una temporanea riduzione delle disponibilità idriche, ad esempio in assenza di piogge per un lungo periodo. La carenza idrica si verifica invece quando la domanda di acqua supera la disponibilità di risorse idriche sostenibili. Esistono, poi, varie tipologie di siccità: meteorologica, quando si ha riduzione di piogge; agricola, quando la pioggia non è sufficiente per garantire adeguato contenuto di acqua disponibile per le piante nel suolo; idrologica, quando l’assenza di pioggia diminuisce il livello di acqua nei fiumi e nei laghi.

[2] Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Fiume Po, Allegato 6.5 (2021). (https://sigrian.crea.gov.it/index.php/2022/01/12/analisi_economica_utilizzo_idrico/)

[3] La Direttiva Quadro Acque del 2000 è la norma comunitaria di riferimento per la tutela e gestione delle risorse idriche, le cui disposizioni sono indirizzate a raggiungere una buona qualità delle acque superficiali e sotterranee nell’Unione.

[4] Zucaro R., Antinoro C., Giannerini G. (2017). Characterization of drought in Italy applying the Reconnaissance Drought Index”. In: European Water 60: 313-318 (ISSN 1105-7580)

[5] Progetto AC PSRN: Responsabili: Veronica Manganiello e Raffaella Pergamo

[6] Progetto ACOPOA: Responsabili: Marianna Ferrigno e Raffaella Pergamo

Veronica Manganiello
Tecnologa, CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Si occupa di ricerche per l’uso sostenibile delle risorse idriche in agricoltura. Responsabile tecnico-scientifico dell’Accordo di cooperazione per il PSRN 2014-2020. Referente banca dati SIGRIAN.

#lafrase Da soli si va più veloci ma insieme si va più lontani (Antico proverbio Africano)

Marianna Ferrigno
Tecnologa, CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Si occupa di ricerca a supporto della pianificazione delle politiche per le risorse idriche in agricoltura e per il finanziamento di investimenti irrigui, in coordinamento con le politiche ambientali per l’acqua. Responsabile tecnico-scientifico dell’Accordo di cooperazione per il PSP 2014-2020. Referente database DANIA.

#lafrase You’ve gotta get up and try try try (P!nk)

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