Solo operatori online e pubblicitari. Il 26 settembre i rappresentanti della piattaforme online, dei maggiori siti social, dei pubblicitari e dell’industria pubblicitaria hanno presentato il codice di autoregolazione sulla disinformazione e le fake news in rete. Si tratta del testo definitivo della bozza presentata il luglio scorso e commentata da Gina Nieri, Consigliere Crtv e membro del Gruppo di Esperti creato dalla Commissione sul tema come “un minimo sindacale”.
Il codice è stato prodotto con lo scopo di raggiungere gli obiettivi posti dalla Commissione UE in una Comunicazione dell’Aprile scorso, e giunge entro i termini prescritti dalla stessa Commissione su indicazione del lavoro del Gruppo di Esperti costituito sul tema (al quale partecipa per l’Italia, fra gli altri il Consigliere di Crtv Gina Nieri). E prevede “un’ampia varietà di impegni che, secondo l’informazione presente sul sito della Commissione “vanno dalla trasparenza nella comunicazione politica, tema particolarmente caldo in vista delle elezioni europee esplicitamente citate sul sito, alla chiusura di utenze fake alla de-monetizzazione dei fornitori di disinformazione.
Il Codice include un allegato che identifica le migliori pratiche che si applicheranno ai firmatari per attuare gli impegni del Codice.
La Commissione ha anche pubblicato il parere del comitato di esperti del forum multilaterale (organismo ibrido) sul codice di condotta.
E’ apprezzabile lo sforzo fatto per iniziare a sistematizzare interventi di contenimento delle notizie false in Rete, particolarmente pervasive, virali e persistenti. Riservandoci di leggere con attenzione il codice appena diffuso, a livello di contenuti ed azioni predisposte, e al di là dei trionfalismi delle parti “Questa è la prima volta che l’industria concorda, su base volontaria, norme di autoregolamentazione per combattere la disinformazione” e della soddisfazione espressa dal commissario per l’economia e la società digitale Mariya Gabriel per l’accordo raggiunto, si reiterano alcune perplessità, già esposte in passato sul metodo (che ha coinvolto un nuovo organismo, il Sounding Board) e le parti scelte, limitate alle piattaforme online e industria pubblicitaria.